IL SOVVERTIMENTO RIVELA NUOVE FORME

IL SOVVERTIMENTO RIVELA NUOVE FORME

OSSERVA CIÒ CHE SI MUOVE.

Il Sovvertimento rivela nuove forme, osserva ciò che si muove, il flusso energetico, nel suo crescendo così unico e impattante, ci mostra la via, a noi sta discernere e lasciarci ispirare da quanto avvertiremo dentro.

Quel dentro che in questo mese di Novembre ci ha portato allo stremo delle forze, emotive e fisiche.

Periodo in cui abbiamo fatto i conti con il nostro inferno personale e per cui, nostro malgrado, ci siamo dovuti soffermare e vedere.

Quanto dolore, fatica e disarmonia disorientante abbiamo sentito dentro scuoterci e sbatterci a terra più volte!

Nel peregrinare in questa valle oscura, fatta delle nostre profondità più recondite, abbiamo incontrato quell’aspetto di noi che tanto abbiamo temuto e rifiutato.

Occultato accuratamente perché mai trapelasse agli occhi altrui, nonostante ogni nostra resistenza si è palesato mostrandosi in tutta la sua mostruosità proprio a noi senza che potessimo rispedirlo laggiù.

Non è stato possibile, laggiù c’eravamo anche noi.

Parlo di quell’aspetto del nostro essere che nel corso degli anni, tanti, sia per raccontarcela, ma soprattutto raccontarla, abbiamo sepolto.

Per portare avanti il cammino spiritualnewage ipocrita e falso che vuole tutti uguali e illuminati ma privi di unicità.

Oppure per portare avanti il cammino terreno ipocrita e falso del nasci, cresci, lavora, riproduciti e muori che vuole tutti uguali e illuminati ma privi di unicità.

Il castello di carte si è rotto e va sgretolandosi sotto i nostri occhi.

Quell’aspetto oscuro che siamo va contemplato, conosciuto e accettato.

Rifiutare continuamente di affrontare questo aspetto di noi ci ha portato a quanto sperimentato nel corso del mese.

La fotografia Tarologica per la settimana che va dal 26 Novembre al 3 Dicembre, pone in evidenza cose molto sottili e profonde.

il sovvertimento rivela nuove forme

Il sovvertimento rivela nuove forme, osserva ciò che si muove.

Mi viene in mente una frase che lessi un paio di anni fa e che in questi giorni mi è ricomparsa condivisa da un’amica sui social:

Chi sei quando nessuno ti vede?” 

Già, sembra una frase banale, buttata lì così.

Poniamoci un momento in riflessione e con coraggio rispondiamo a questa domanda intimamente.

Non ci sentirà nessuno là fuori, saremo soli con noi stessi.

Quanto celiamo di noi?

Cosa tratteniamo di quello che sentiamo e di quello che proviamo?

Quanto volte ci vergogniamo dei nostri pensieri, delle nostre pulsioni?

In che maniera soffochiamo o sfoghiamo le nostre turbe e frustrazioni?

Come ci rapportiamo con quella parte di noi che solo noi conosciamo?

La trattiamo come fosse un estraneo?

Oppure la trattiamo come fosse un amico intimo che però non vogliamo presentare a nessuno?

Chi davvero può asserire di essere pienamente e totalmente la stessa persona che porta nel mondo anche quando si trova tra se e sé? 

Eppure quante volte ci si proclama “autentici”?

C’è forse la versione pubblica e quella privata di “autentico”?

No!

E non per questo bisogna considerarsi personacce, ma certamente è il momento di farci i conti con questa cosa.

Perché adesso le cose ripartono, ma non ci sarà una risalita improvvisa da quel “laggiù” per cui come per magia ci ritroveremo a svolazzare come nulla fosse stato.

No, affatto!

Ripartiamo da quelle profondità facendoci strada tra le rovine e la polvere ancora alta dei crolli vissuti.

Il sovvertimento rivela nuove forme, osserva ciò che si muove.

Ripartiamo da là e un po’ alla volta ripercorreremo ogni anfratto del nostro essere affrontandolo, camminando nudi e vulnerabili, sentendo fortemente la nostra umanità.

Altro che divinità!

Altro che spiritualnewage con meditazioni, “grazie grazie grazie” per cui, dentro di te, veramente, senti che non c’è un cazzo per cui essere grati.

Hai voglia a dire che “va tutto bene” mentre dentro senti che stai a pezzi e che procedi nel tentativo di rimettere insieme i cocci!

Ti immagino mentre cerchi di salvare le apparenze mentre ti fai il selfie nella posa yoga meditante oooommmmmm e dentro senti la terra che ti trema sotto i piedi e non sai dove aggrapparti.

Beh… non c’è niente a cui aggrapparsi.

Niente per cui avvertire il benché minimo senso di stabilità.

Niente che da fuori venga a salvarti.

Te la devi smazzare Umanamente se vuoi davvero sperare di farcela a sentire quella Spiritualità, quella Divinità.

Dunque accade che ogni aspetto del tuo essere va contemplato, ascoltato, accolto, trasmutato, integrato.

Non c’è altra via.

Ogni parte di te appartiene all’Umano che sei.

Raggiungerai l’incontro agognato solo quando avrai veramente fatto pace con ogni parte del tuo essere.

In tutto questo, nel frattempo, tutto nel mondo cambierà e dovremo essere abbastanza bravi da affrontare questo processo di cose in contemporanea.

Tu ascolta il Sacro battito, senti il Fuoco Sacro scorrerti nelle vene e vai avanti.

Ricorda che siamo progettati per farcela.

Che hai in te tutta la forza per avanzare e per riuscire.

Di te, come di tutti noi, resterà l’autentico.

Nudi e senza maschera alcuna.

Vulnerabili e Forti.

Umani Divini.

Divini Umani.

Torneremo a guardare le stelle.

E fu sera e fu mattina…

 

Procedo contemplando il mistero che mi avvolge
e nel quale respiro il soffio Sacro della Vita.

Se vuoi approfondire le argomentazioni che tratto ho pubblicato un libro che potrebbe fornire un ottimo contributo alla tua evoluzione

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Con Forza, Coraggio e Fede.

Siate Luce! 

Stefania Ricceri 

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